Cassazione penale Sez. I sentenza n. 27688 del 12 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:27688PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di misure alternative alla detenzione presentata dal condannato, deve considerare nel loro insieme diversi elementi ostativi alla prognosi di non ricaduta nel reato, quali la natura e la gravità dei reati commessi, l'assenza di stabile occupazione e dimora, nonché il disinteresse del condannato per la procedura in corso, evitando il contatto con i servizi sociali nonostante le sollecitazioni in tal senso. Tali elementi, correttamente valutati dal giudice di merito, possono giustificare il diniego delle misure alternative richieste, in quanto indicativi della permanente pericolosità sociale del condannato, in conformità con le previsioni degli articoli 47, comma 2, 50, comma 4 e 4-ter, comma 1-bis, dell'ordinamento penitenziario. Il giudizio di pericolosità sociale, adeguatamente motivato sulla base di tali elementi, non è sindacabile in sede di legittimità, se immune da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CU. AD. N. IL (OMESSO):

avverso ORDINANZA del 09/01/2007 TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO UMBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. VIGLIETTA che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza in data 20/3/03 il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto, ritenendolo persona socialmente pericolosa, istanze di affidamento in prova al servizio soci…

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