Il potere di autotutela della pubblica amministrazione di annullare in via di riesame i propri provvedimenti amministrativi illegittimi, anche se l'esecuzione degli stessi sia ancora in corso, deve essere esercitato entro un termine ragionevole, tenendo conto dell'affidamento maturato dal privato destinatario del provvedimento. Pertanto, l'annullamento in autotutela di un provvedimento di concorso pubblico, adottato a distanza di circa cinque anni dalla sua approvazione, è illegittimo ove non sia adeguatamente motivato in relazione alla comparazione tra l'interesse pubblico sotteso all'annullamento e il legittimo affidamento del privato, il quale ha maturato nel frattempo una posizione giuridica soggettiva qualificata. La pubblica amministrazione, nell'esercizio del potere di autotutela, è tenuta a valutare in modo ponderato e proporzionato gli interessi pubblici e privati coinvolti, senza che possa prevalere in modo automatico l'interesse pubblico all'annullamento del provvedimento illegittimo, specie quando il tempo trascorso dalla sua adozione sia tale da aver consolidato la posizione del privato. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, di cui all'art. 97 Cost., impone alla pubblica amministrazione di esercitare il potere di autotutela entro un termine ragionevole e in modo adeguatamente motivato, al fine di salvaguardare il legittimo affidamento del privato e garantire la certezza dei rapporti giuridici.