Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la legittimità della delibera comunale di presa d'atto dell'approvazione del Piano Regolatore Generale, afferma che: 1. Le censure relative al ritenuto sovradimensionamento delle aree destinate ad attrezzature e servizi pubblici e alla previsione di viabilità sull'area dei ricorrenti sono inammissibili in quanto attinenti a determinazioni già contenute nel provvedimento di adozione e approvazione del P.R.G., non modificate dalla delibera impugnata. 2. È infondato il motivo di ricorso concernente la mancata valutazione delle osservazioni dei ricorrenti, in quanto l'amministrazione regionale non imponeva alcuna ulteriore valutazione delle stesse, essendosi limitata a richiedere l'integrazione/rettifica di alcune destinazioni urbanistiche per spazi pubblici ove incidenti su aree interessate da concessioni edilizie o piani di lottizzazione ancora validi. 3. È infondato il motivo di ricorso relativo all'omessa valutazione di una proposta formulata dai ricorrenti sei anni prima, in quanto estranea al procedimento di recepimento delle correzioni/integrazioni richieste dall'amministrazione regionale. 4. È infondato il motivo di ricorso concernente l'asserita proroga di vincoli preordinati all'esproprio scaduti, in quanto la delibera impugnata non reca alcun espresso "rinnovo" di tali vincoli, ma si limita a confermare le destinazioni urbanistiche per spazi pubblici e attrezzature pubbliche di interesse generale, con l'eccezione delle aree asservite a concessioni edilizie o piani di lottizzazione ancora validi. 5. Non sussiste alcun "giudicato interno" derivante da una precedente sentenza del Tribunale, in quanto questa ha riguardato esclusivamente la legittimità di un diverso provvedimento e non ha investito il provvedimento impugnato nel presente ricorso.