Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3901 del 27 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3901PEN

Massima

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Il reato di diffamazione si configura quando l'imputato pronuncia espressioni offensive della reputazione altrui in presenza di più persone, anche se non tutte le persone presenti abbiano effettivamente udito le frasi diffamatorie, essendo sufficiente che le stesse siano state pronunciate in modo tale da poter essere percepite dai presenti. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che l'imputato fosse consapevole della comunicazione con più persone, essendo sufficiente che le frasi siano state pronunciate in modo da poter essere udite dai presenti. Nella commisurazione della pena per il reato di diffamazione, il giudice deve attenersi ai limiti edittali previsti dalla legge, tenendo conto delle circostanze attenuanti generiche e della modesta gravità del fatto, senza poter irrogare una pena superiore al minimo edittale, salvo che ricorrano circostanze aggravanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 20/2013 GIUDICE DI PACE di PORTOGRUARO, del 07/07/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/12/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. Baldi Fulvio, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

Con s…

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