Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19977 del 14 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19977PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve motivare in modo puntuale e congruo in ordine alla gravità del fatto commesso, all'esistenza di precedenti penali a carico dell'indagato, al pericolo di reiterazione del reato, al rischio di fuga e di inquinamento probatorio, tenendo conto anche del considerevole lasso di tempo trascorso dalla commissione del fatto, senza limitarsi a mere enunciazioni di principio o a rinvii generici, e deve altresì indicare le ragioni per cui le esigenze cautelari non possono essere soddisfatte con misure meno afflittive rispetto alla custodia cautelare in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1215/2013 TRIB. LIBERTA' di VENEZIA, del 04/10/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' per rinuncia.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 4.10.2013 il Tribunale del riesame di Venezia, adito a norma dell'articolo 309 cod. proc. pen., confermav…

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