Il giudice, nel pronunciare la sentenza di patteggiamento, è tenuto a motivare espressamente le ragioni per le quali dispone la confisca facoltativa di beni sottoposti a sequestro, ovvero le ragioni per cui non ritiene attendibili le giustificazioni addotte in ordine alla provenienza dei beni da confiscare. Tale obbligo di motivazione sussiste anche quando la confisca facoltativa è stata disposta ai sensi dell'articolo 240 c.p., a seguito dell'estensione della sua applicabilità operata dalla Legge n. 134 del 2003. L'omissione di tale motivazione determina l'annullamento della sentenza limitatamente alla statuizione sulla confisca, con rinvio al giudice di merito per il relativo riesame. La motivazione della confisca facoltativa, anche nel giudizio di patteggiamento, costituisce un obbligo per il giudice, in quanto tale misura, pur non essendo obbligatoria, incide significativamente sulla sfera patrimoniale dell'imputato. Il giudice deve quindi indicare espressamente le ragioni per le quali ritiene di dover disporre la confisca, ovvero le ragioni per cui non ritiene attendibili le giustificazioni fornite in ordine alla legittima provenienza dei beni. Solo attraverso una adeguata motivazione, il provvedimento di confisca può essere sottoposto al vaglio del giudice di legittimità e garantire il diritto di difesa dell'imputato. L'omissione di tale motivazione determina l'annullamento della sentenza limitatamente a tale statuizione, con rinvio al giudice di merito per il riesame della questione alla luce dei principi enunciati.