Il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali e contro la pubblica amministrazione, commesso in un determinato arco temporale e contesto, è ontologicamente distinto e antitetico rispetto al successivo reato di estorsione aggravata perpetrato ai danni di un ex associato, al fine di recuperare un credito, in quanto espressione di diversi e autonomi programmi criminosi, con differenti modalità di condotta, elementi psicologici e beni giuridici lesi. Pertanto, in assenza di un'unitaria e preventiva deliberazione criminosa, non ricorre il presupposto per l'applicazione dell'istituto della continuazione tra tali fattispecie delittuose, nonostante la contestualità spazio-temporale delle condotte e il fine di lucro comune agli autori. La valutazione circa l'omogeneità del disegno criminoso, quale requisito essenziale per la configurabilità della continuazione, è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se priva di palesi illogicità o incongruenze.