Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14690 del 3 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14690PEN

Massima

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La confisca di prevenzione patrimoniale può essere applicata ai beni formalmente intestati a terzi, ma di fatto nella disponibilità del soggetto ritenuto socialmente pericoloso, quando risulti provata la sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale del proposto, nonché la ragionevole presunzione che gli stessi siano di illecita provenienza, in assenza di giustificazione sulla loro legittima acquisizione. A tal fine, il giudice può desumere la disponibilità di fatto dei beni da una pluralità di elementi fattuali, quali l'intestazione fittizia, l'assenza di esborsi per l'acquisto, l'utilizzo dei beni da parte del proposto, la incongruità del prezzo di cessione rispetto al valore dei beni, anche tenendo conto dei debiti gravanti sulla società formalmente intestataria. In tali ipotesi, la confisca di prevenzione è applicabile anche ai beni acquistati in un periodo precedente a quello in cui si è manifestata la pericolosità sociale del proposto, purché rientrino nell'arco temporale in cui questa si è espressa. Il sindacato di legittimità sulla misura di prevenzione è limitato alla verifica della rispondenza degli elementi esaminati ai parametri legali, senza possibilità di censurare il vizio di motivazione, se non nei casi di totale esclusione di argomentazione su un elemento costitutivo della fattispecie che legittima l'applicazione della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), quale legale rappresentante pro tempore della (OMISSIS) s.r.l.;
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/05/2018 della CORTE di APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto di dichiararsi inammissibili i ricorsi.
RITENUTO IN FATTO

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