Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15576 del 9 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:15576PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel rideterminare la pena a seguito dell'abolizione di una fattispecie incriminatrice, deve rispettare il giudicato formatosi in sede di cognizione sulla misura della riduzione per le circostanze attenuanti generiche, senza potersene discostare. Pertanto, qualora il giudice di cognizione abbia applicato la massima riduzione di un terzo della pena base per effetto delle circostanze attenuanti generiche, il giudice dell'esecuzione non può ridurre ulteriormente la pena in misura inferiore, in quanto ciò violerebbe il principio del giudicato. Inoltre, il giudice dell'esecuzione, nel rideterminare la pena, deve valutare la possibilità di convertire la stessa in pena pecuniaria, ai sensi della legge n. 689 del 1981, art. 53, qualora la pena detentiva rientri nel limite previsto dalla suddetta disposizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/07/2018 del TRIBUNALE di MONZA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa LIUNI TERESA;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha chiesto l'annullamento parziale dell'impugnata ordinanza, con riguardo alla misura della riduzione operata per effetto delle circostanze attenuanti generiche.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza del 6/7/2018 il giudice dell'ese…

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