Il reato di omissione di lavori in edifici che minacciano rovina di cui all'art. 677 c.p., comma 3, è un reato di mero pericolo che si realizza quando il proprietario non si attiva per rimuovere le cause del pericolo accertato, a prescindere dalla conoscenza dello stato di pericolo o dall'esistenza di un previo provvedimento amministrativo che ne accerti la necessità, in quanto l'obbligo di intervenire deriva direttamente dalla legge sulla base dell'obiettiva sussistenza di una minaccia di rovina dell'immobile o di una sua parte e del conseguente pericolo per l'incolumità pubblica. I lavori necessari non sono solo quelli per impedire il crollo, ma anche quelli indispensabili ad evitare il pericolo, come la recinzione dell'edificio. Il reato ha carattere permanente, con inizio al sorgere del pericolo e cessazione all'eliminazione dello stesso. La valutazione della prova da parte del giudice di merito è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici, mentre è inammissibile il riesame del merito. La condanna dei responsabili comporta l'obbligo di pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.