Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7240 del 24 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:7240PEN

Massima

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Il contributo causale dell'imputato alla consumazione di un reato deve essere provato in modo grave, preciso e concordante, attraverso elementi di prova che dimostrino in modo inequivocabile il suo specifico apporto alle condotte criminose contestate, senza poter basare la responsabilità su meri elementi indiziari di dubbia valenza probatoria o su generiche considerazioni sul modus operandi dei correi. La motivazione della sentenza di condanna deve fare costante e puntuale riferimento ai fatti e alle condotte specificamente contestati all'imputato nel capo di imputazione, senza poter desumere la sua responsabilità da elementi probatori che non siano idonei a provare il contributo causale richiesto dalla formulazione dell'addebito. Ove la motivazione risulti carente sotto tali profili, la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio per insussistenza del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. DE SANTIS A. M. - Consigliere

Dott. CIANFROCCA P. - Consigliere

Dott. RECCHIONE - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/11/2016 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa RECCHIONE SANDRA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CORASANITI GIUSEPPE, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Firenze confermava la condanna del ricorrente per due rapin…

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