Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36865 del 12 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36865PEN

Massima

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Il soggetto che, in un contesto pubblico, attribuisce intenzionalmente a un'altra persona un comportamento disonesto o giuridicamente trasgressivo, senza che tale addebito trovi riscontro nelle risultanze processuali, commette il reato di diffamazione, anche qualora l'espressione utilizzata si riferisca a una presunta inadempienza contrattuale. L'imputato non è legittimato a utilizzare lo scenario pubblico per condannare moralmente la persona offesa, essendo tale controversia risolvibile nelle competenti sedi istituzionali. Pertanto, l'attribuzione di un comportamento sleale, inottemperante o illecito, in assenza di una comprovata responsabilità, integra gli estremi del reato di diffamazione, a prescindere dalla veridicità dell'addebito contestato, in quanto lede ingiustamente la reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IN. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 10/2008 TRIBUNALE di ISERNIA, del 16/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE SANTIS Fausto che ha concluso per l'inammissibilita';

Udito, per la parte civile, l'Avv. Mancuso Pier…

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