Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29974 del 29 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29974PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di misure alternative alla detenzione, deve accertare la ridotta pericolosità sociale del condannato, tenendo conto di elementi oggettivi quali le informative di polizia, la persistente dipendenza da comportamenti devianti e i recenti episodi di reiterazione criminale, anche se riferiti a fatti pregressi. Tali elementi, se ritenuti prevalenti rispetto alle affermazioni difensive di regolare attività lavorativa e di vita, legittimano il giudizio di scarsa affidabilità del condannato e il conseguente rigetto della richiesta di misure alternative, in quanto queste presuppongono un adeguato margine di autodisciplina e di reinserimento sociale del soggetto. Il giudice di sorveglianza, pertanto, nel motivare il provvedimento di rigetto, non è tenuto a esaminare analiticamente ciascuna delle diverse misure alternative richieste, essendo sufficiente la valutazione complessiva della pericolosità sociale del condannato, desunta da elementi oggettivi, per escludere la sussistenza dei presupposti comuni a tutte le misure alternative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. SA. AL. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1678/2009 TRIB. SORVEGLIANZA di TORINO, del 13/10/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

lette le conclusioni del P.G. Dott. GALATI Giovanni che ha chiesto declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. Con ordinanza in data 13.10.2009 il Tribunale di Sorveglianza di Torino rigettava l'istanza di misure alternat…

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