Cassazione penale Sez. III ordinanza n. 57139 del 21 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:57139PEN

Massima

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Il ricorso per cassazione avverso una sentenza di condanna pronunciata in giudizio abbreviato deve essere proposto entro il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione o notificazione della motivazione della decisione, a pena di inammissibilità. Tale termine, previsto dall'articolo 585, comma 2, del codice di procedura penale, decorre dai quindici giorni successivi al deposito della motivazione della sentenza emessa in camera di consiglio, senza possibilità di alcuna proroga o sospensione. Il mancato rispetto di tale termine comporta l'inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, ai sensi delle modifiche apportate dalla legge n. 103 del 2017. Il rispetto del termine di impugnazione rappresenta un principio fondamentale del processo penale, volto a garantire la ragionevole durata del procedimento e la certezza dei tempi processuali, nonché a evitare un eccessivo protrarsi della fase di cognizione. L'inosservanza di tale termine perentorio, pertanto, preclude l'accesso al giudizio di legittimità, indipendentemente dalla fondatezza dei motivi di ricorso, in quanto la sua violazione determina una causa di inammissibilità assorbente rispetto ai motivi dedotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - rel. Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/06/2017 della CORTE APPELLO di BARI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ELISABETTA ROSI.
FATTO E DIRITTO
Ritenuto che, all'esito di giudizio abbreviato, (OMISSIS) con sentenza della Corte di appello di Bari del 7 giugno 2017, depositata il 14 giugno 2017 e' stato condannato alla pena di anni due e mesi quattro di reclusione ed Euro 8.000 di multa per il reato di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, ar…

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