Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 22418 del 27 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:22418PEN

Massima

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Il falso commesso nell'istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, in relazione all'indicazione di un reddito familiare inferiore a quello effettivo, integra il reato di cui all'art. 95 del D.P.R. n. 115 del 2002, anche in assenza di una specifica finalità illecita perseguita, qualora le modalità di redazione della dichiarazione e le circostanze del caso concreto escludano la mera negligenza e consentano di ritenere la sussistenza del dolo, come nel caso in cui il reddito reale risulti di per sé ostativo all'accoglimento dell'istanza. In tali ipotesi, infatti, la falsa rappresentazione dei presupposti reddituali non può essere giustificata dalla mera buona fede del dichiarante, essendo necessario che egli dimostri di aver agito per mero errore, senza alcuna consapevolezza della falsità della dichiarazione resa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO ((omissis)) - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

Dott. MARINELLI Felicetta - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 858/2011 CORTE APPELLO di SALERNO, del 16/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SALVATORE DOVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ric…

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