Il verbale di accertamento di una violazione amministrativa fa piena prova, fino a querela di falso, soltanto in relazione ai fatti attestati dal pubblico ufficiale come avvenuti in sua presenza o da lui compiuti, nonché alla provenienza del documento e alle dichiarazioni delle parti. La fede privilegiata non si estende, invece, agli apprezzamenti e alle valutazioni del verbalizzante, né ai fatti di cui il pubblico ufficiale abbia avuto notizia da altre persone o di cui si sia convinto in virtù di presunzioni o considerazioni logiche. Pertanto, nel giudizio di opposizione all'ordinanza ingiunzione, è ammessa la contestazione e la prova di una diversa ricostruzione della dinamica dell'evento, sulla base di elementi idonei a vincere la presunzione di veridicità del verbale, secondo l'apprezzamento rimesso al giudice di merito. Il giudice deve valutare il verbale distinguendo: a) i fatti attestati dal pubblico ufficiale come da lui compiuti o avvenuti in sua presenza, che godono di fede privilegiata; b) le dichiarazioni rese dalle parti o da terzi, che fanno fede fino a prova contraria; c) gli altri aspetti, che costituiscono comunque elementi di prova da valutare in concorso con gli altri elementi, potendo essere disattesi solo in caso di motivata intrinseca inattendibilità.