Il provvedimento amministrativo di cessazione delle misure di accoglienza per un richiedente protezione internazionale, adottato senza il previo contraddittorio e senza adeguata motivazione, è illegittimo per violazione di legge e del principio di ragionevolezza. L'Amministrazione è tenuta a ripristinare le misure di accoglienza, salvo che non dimostri la sussistenza di gravi e comprovati motivi ostativi, nel rispetto del diritto di difesa dell'interessato. Ai fini del risarcimento del danno, non è sufficiente il mero annullamento dell'atto, essendo necessario accertare la sussistenza dell'elemento soggettivo della colpa grave dell'Amministrazione, in relazione alla violazione delle regole di imparzialità, correttezza e buona fede nell'esercizio della funzione pubblica. Pertanto, il giudice amministrativo può riconoscere la responsabilità risarcitoria della Pubblica Amministrazione solo quando la violazione risulti grave e commessa in un contesto di circostanze di fatto e di riferimenti normativi tali da palesare la negligenza e l'imperizia dell'organo nell'adozione del provvedimento viziato, mentre può negarla in presenza di un errore scusabile dovuto a contrasti giurisprudenziali, incertezza del quadro normativo o complessità della situazione di fatto.