Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30178 del 12 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:30178PEN

Massima

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Il peculato d'uso, in quanto forma attenuata del peculato, si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio utilizza, per fini personali e non istituzionali, beni o denaro pubblici di cui abbia la disponibilità per ragioni del suo ufficio, senza però appropriarsene definitivamente. In tali casi, la condotta è punita in modo meno grave rispetto all'ipotesi di peculato, in quanto l'agente non ha avuto l'intento di arricchirsi indebitamente, ma ha soltanto abusato della sua posizione per soddisfare esigenze personali. Tuttavia, anche il peculato d'uso integra un reato contro la pubblica amministrazione, in quanto lede il dovere di fedeltà e correttezza che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio devono osservare nell'esercizio delle loro funzioni. Pertanto, il peculato d'uso si configura quando l'utilizzo dei beni pubblici, pur non essendo finalizzato all'appropriazione definitiva, risulta comunque incompatibile con le finalità istituzionali e contrario ai doveri d'ufficio. In tali ipotesi, la condotta è punita in modo meno grave rispetto all'ipotesi di peculato, in quanto l'agente non ha avuto l'intento di arricchirsi indebitamente, ma ha soltanto abusato della sua posizione per soddisfare esigenze personali. Ciò nonostante, il peculato d'uso integra comunque un reato contro la pubblica amministrazione, in quanto lede il dovere di fedeltà e correttezza che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio devono osservare nell'esercizio delle loro funzioni. Pertanto, la distinzione tra peculato e peculato d'uso si basa sull'elemento soggettivo, ovvero sull'intento di arricchimento personale, che deve essere escluso nel peculato d'uso, pur essendo comunque presente l'abuso della posizione rivestita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO C. - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 52/2011 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 23/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/07/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'Angelo G., che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per i delitti di peculato ascrit…

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