Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19360 del 4 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19360PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso mediante l'invio di messaggi e-mail lesivi della reputazione altrui è configurabile anche in assenza di una prova tecnica certa sull'effettiva riconducibilità dell'indirizzo di posta elettronica utilizzato all'imputato, qualora il giudice di merito, sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi di prova acquisiti, ritenga raggiunta la prova della responsabilità dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio, in particolare valorizzando il movente e altri indizi gravi, precisi e concordanti, come l'allegazione di una denuncia presentata dallo stesso imputato a una delle e-mail diffamatorie. In tali casi, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dai giudici di merito, essendo precluso il riesame del compendio probatorio, salvo che la motivazione risulti manifestamente illogica, carente o contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/10/2016 del TRIBUNALE di PISA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALFREDO GUARDIANO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LIGNOLA FERDINANDO;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto.
Udito il difensore.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe il tribunale di Pisa confermava la sentenza con cui il giudice di pace…

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