La destinazione urbanistica di un terreno a verde privato (G5.3) da parte dell'amministrazione comunale, anche in presenza di un lotto intercluso compreso in una zona intensamente edificata, è legittima e conforme ai principi di programmazione urbanistica finalizzati al recupero e alla riqualificazione del paesaggio, qualora tale scelta discrezionale sia adeguatamente motivata e risponda a esigenze pubbliche di tutela ambientale e paesaggistica, senza determinare un'inedificabilità assoluta e irragionevole del fondo. L'amministrazione comunale, nell'esercizio del proprio potere di pianificazione urbanistica, può legittimamente destinare a verde privato anche un lotto di modeste dimensioni, purché tale scelta sia sorretta da una congrua e logica motivazione, volta a perseguire interessi pubblici di salvaguardia del territorio e del paesaggio, senza incorrere in uno sviamento di potere o in una motivazione contraddittoria. Il proprietario del terreno non può far valere un preteso diritto edificatorio, dovendo accettare la destinazione urbanistica imposta dall'amministrazione nell'ambito della propria discrezionalità pianificatoria, salvo il caso in cui tale scelta risulti manifestamente irragionevole o sproporzionata rispetto agli interessi pubblici perseguiti.