Cassazione penale Sez. I sentenza n. 28690 del 18 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:28690PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nel valutare la pericolosità sociale di un soggetto ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione, può legittimamente fondarsi su elementi probatori acquisiti in procedimenti penali, anche se non sfociati in una pronuncia di condanna, purché li valuti autonomamente nell'ottica del giudizio di prevenzione, non essendo necessario che tali elementi abbiano la stessa forza probatoria richiesta per l'affermazione della responsabilità penale. Pertanto, il concetto di "appartenenza" ad un'associazione mafiosa, rilevante ai fini del giudizio di pericolosità sociale, va inteso in senso lato, ricomprendendo non solo la stabile inserimento del soggetto all'interno del sodalizio, ma anche ogni forma di contiguità con lo stesso che risulti funzionale agli interessi della struttura criminale, come i rapporti con esponenti della medesima, l'aver ricevuto agevolazioni per la propria attività economica e il sostegno elettorale prestato a politici ritenuti vicini all'organizzazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. SANTACROCE Giorgio - Consigliere

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI Emilio - Consigliere

Dott. CULOT Dario - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. An. Da. , N. IL (OMESSO);

avverso DECRETO del 15/11/2006 CORTE APPELLO di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO Umberto; lette le conclusioni del P.G. Dott. GIALANELLA, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

con decreto in data 29/3/05 il Tribunale di Trapani ha sottoposto MA. An. Da. alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la du…

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