Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15503 del 9 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15503PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice può confermare la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato per gravi reati di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, estorsioni e danneggiamenti, quando il quadro indiziario a suo carico risulta integrato da attendibili e convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia che riferiscono circostanze di fatto dimostrative del suo organico inserimento nel sodalizio mafioso e nel traffico di droga, del suo coinvolgimento come mandante in un omicidio, nonché del suo coinvolgimento in episodi di estorsione e danneggiamento. In tali casi, le esigenze cautelari sono presuntivamente sussistenti ai sensi dell'art. 275, comma 3, c.p.p. in ragione della gravità dei reati contestati, indipendentemente da una specifica valutazione in concreto, e può ritenersi altresì positivamente apprezzabile il pericolo di reiterazione criminosa, desumibile dalla gravità dei fatti e dalla negativa personalità dell'indagato. Il giudice può, inoltre, ritenere utilizzabili le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche quando provengano da un diverso procedimento, purché risultino attendibili e convergenti, e può escludere l'operatività del principio del ne bis in idem in relazione ai reati associativi, quando risulti la non sovrapponibilità temporale degli stessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 15/07/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO NICOLA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza in relazione ai reati di cui agli arti. 414 c.p., e Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 74 e rigetto nel resto; <…

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