Il falso in scrittura privata relativo a un assegno bancario con clausola di non trasferibilità non integra più il reato di cui all'art. 485 c.p. a seguito dell'abrogazione di tale disposizione ad opera del D.Lgs. n. 7/2016, configurando invece un illecito di natura civile, mentre permane la rilevanza penale dei falsi in titoli di credito trasferibili per girata. Pertanto, il giudice di merito deve eliminare la condanna per il reato di cui all'art. 485 c.p. e rideterminare la pena complessiva tenendo conto del solo reato di truffa, in ossequio ai principi sulla determinazione della pena. Inoltre, nel caso di querela presentata dal legale rappresentante di una società di capitali, l'onere di indicare la fonte dei poteri di rappresentanza è assolto con la mera indicazione dell'esistenza del rapporto di legale rappresentanza, incombendo poi sull'imputato l'onere di provare la mancanza di tale potere.