Il possesso di una carta d'identità falsa, anche in assenza dell'imputato contumace, legittima l'applicazione della pena concordata ai sensi dell'art. 444 c.p.p., in quanto la questione di merito è generica e non pone in discussione il fatto e la sua corretta qualificazione, mentre l'imputato, tramite il suo difensore munito di procura speciale per il patteggiamento, ha escluso il contraddittorio, rendendo così irrilevanti le deduzioni procedurali relative alla sua assenza. Il giudice, pertanto, non è tenuto a sospendere il processo e a notificare l'estratto del verbale di udienza all'imputato assente, essendo sufficiente la presenza del difensore munito di procura speciale per il patteggiamento. La condanna al pagamento delle spese del procedimento e della somma di euro 1.000 alla cassa delle ammende, inoltre, sancisce l'inammissibilità del ricorso proposto dall'imputato avverso la sentenza di patteggiamento, in quanto la questione di merito sollevata è del tutto generica e non pone minimamente in discussione il fatto e la sua corretta qualificazione giuridica.