Il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato è legittimo qualora l'amministrazione accerti, all'esito di un'istruttoria articolata in numerosi accertamenti, l'inesistenza del rapporto di lavoro dichiarato dal richiedente, anche in presenza di documentazione formalmente comprovante l'instaurazione del rapporto, ma riconosciuta come fittizia dal datore di lavoro. In tali casi, il provvedimento di diniego, adeguatamente motivato, non viola il principio di legalità e non è viziato da eccesso di potere, in quanto l'amministrazione ha correttamente verificato la sussistenza dei presupposti di legge per il rilascio del permesso di soggiorno, previsti dall'art. 4, comma 3, del d.lgs. 286/98. La produzione di documentazione successiva alla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, come i bollettini di versamento INPS, non è idonea a inficiare gli esiti degli accertamenti svolti dall'amministrazione, qualora questi siano concordanti e supportati da dichiarazioni confessorie del datore di lavoro circa la fittizia instaurazione del rapporto di lavoro al solo fine di consentire il rilascio del permesso di soggiorno.