Il provvedimento di sgombero di un bene confiscato definitivamente alla criminalità organizzata, ai sensi dell'art. 47, comma 2, del d.lgs. n. 159/2011, è atto dovuto e vincolato, che non necessita della previa destinazione del bene, in quanto la confisca definitiva determina l'acquisizione del bene al patrimonio dello Stato libero da oneri e pesi. La tutela dei diritti dei terzi è garantita esclusivamente in forma patrimoniale e risarcitoria, non potendo incidere sulla doverosità dello sgombero, il quale è finalizzato a consentire l'utilizzo del bene per le finalità di giustizia, ordine pubblico, protezione civile o assegnazione per fini sociali, come previsto dall'art. 48, comma 3, del d.lgs. n. 159/2011. La mancata partecipazione del privato al procedimento di sgombero è irrilevante, in quanto il provvedimento di sgombero è atto dovuto e vincolato, non potendo essere diverso da quello concretamente adottato. Né la possibilità di disporre la vendita sul mercato al miglior offerente dei beni confiscati, di cui non sia possibile effettuare la destinazione o il trasferimento per le finalità di pubblico interesse, introdotta dall'art. 48, comma 5, del d.lgs. n. 159/2011, incide sulla doverosità dello sgombero, in quanto tale previsione non esclude la priorità delle finalità di pubblico interesse previste dalla legge. Infine, la proposizione di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, a seguito dell'esaurimento dei rimedi in sede nazionale, non può incidere sulla legittimità del provvedimento di sgombero, in quanto la tutela dei diritti del terzo è garantita esclusivamente in forma patrimoniale e risarcitoria.