Il silenzio-inadempimento dell'amministrazione sulle domande di permesso di costruire presentate dal privato, in presenza di un piano attuativo già approvato e di una convenzione urbanistica stipulata, integra una violazione degli articoli 2 della legge n. 241 del 1990, 20 del d.P.R. n. 380 del 2001 e 83 della l.r. n. 1 del 2005, comportando l'obbligo per l'amministrazione di pronunciarsi espressamente entro i termini di legge. Tuttavia, la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso volto all'accertamento di tale silenzio-inadempimento, con compensazione delle spese di giudizio tra le parti. La massima evidenzia il principio di diritto secondo cui l'amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente sulle domande di permesso di costruire presentate dal privato, in presenza di un quadro urbanistico-edilizio già definito, al fine di garantire il rispetto dei termini procedimentali previsti dalla normativa vigente. Ciò nonostante, la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso, con compensazione delle spese di giudizio, in linea con il consolidato orientamento giurisprudenziale in materia.