Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da industriale a residenziale, ancorché avvenuto senza la realizzazione di opere edilizie (variazione di destinazione d'uso c.d. "funzionale"), comporta comunque una modifica dei parametri edilizi e del carico urbanistico, con conseguente necessità del previo ottenimento di un idoneo titolo abilitativo. Ciò in quanto il passaggio tra categorie funzionali autonome, anche in assenza di interventi edilizi, incide sugli standard urbanistici, rendendo il mutamento di destinazione d'uso una "variazione essenziale" ai sensi dell'art. 32, comma 1, d.p.r. 380/2001, sanzionabile con l'obbligo di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi. La disciplina regionale, che prevede la sola sanzione pecuniaria per il cambio di destinazione d'uso senza opere, deve essere interpretata in modo conforme ai principi contenuti nella normativa statale, la quale impone il rispetto del requisito della "doppia conformità" ai fini della sanatoria, non derogabile in via giurisprudenziale. Pertanto, il mutamento di destinazione d'uso realizzato in contrasto con lo strumento urbanistico vigente all'epoca della sua attuazione non può essere sanato neppure in presenza di una successiva modifica della pianificazione territoriale che ne ammetta la destinazione.