Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 48356 del 23 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:48356PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del giudizio di impugnazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (c.d. "patteggiamento"), può sindacare esclusivamente i vizi attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto, all'illegalità della pena o della misura di sicurezza, essendo precluso il riesame di ogni altra questione, ivi compresa l'eventuale sussistenza di una causa di improcedibilità, già valutata dal giudice di merito nell'ambito del procedimento di applicazione della pena su richiesta. L'inosservanza di tali limiti di sindacato comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossel - Rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dal Giudice monocratico del Tribunale di Genova in data 23/11/2017.
FATTO E DIRITTO
Con sentenza del 23/11/2017 il Giudice monocratico del Tribunale di Genova applicava a (OMISSIS), su concorde richiesta delle parti ai sensi dell'articolo 444 c.p.p., la pena di anni due di reclusione ed euro 800,00 di multa, in relazione a plurime fattispecie di furto pluriaggravato, in (OMISSIS).
L'imputato personalmente ha proposto ricorso per …

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