Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39707 del 23 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:39707PEN

Massima

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Il militare che, pur libero dal servizio e in borghese, rivolge ingiurie e minacce al proprio superiore gerarchico impegnato in attività di servizio, offendendone il prestigio, l'onore e la dignità, commette il reato di insubordinazione di cui agli artt. 189 e 190 c.p.m.p., in quanto la sua condotta, ancorché esternata al di fuori dell'ambito strettamente operativo, risulta comunque connessa alle ragioni di disciplina militare e agli interessi istituzionali tutelati, non integrando le cause di esclusione della punibilità previste dall'art. 199 c.p.m.p. La particolare gravità delle espressioni offensive e l'accesa animosità della reazione, valutate complessivamente, escludono altresì l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p., in quanto tali elementi denotano una condotta non connotata da particolare esiguità del disvalore penale. Il militare, anche se libero dal servizio, rimane soggetto alla disciplina militare qualora la sua condotta offensiva sia diretta nei confronti di un superiore gerarchico nell'esercizio delle sue funzioni, essendo sufficiente che la qualità di militare dell'offensore e dell'offeso sia reciprocamente nota, senza necessità di una loro formale qualificazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Ann - rel. Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi Fabrizi - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 17/2015 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA del 27/05/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/03/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA ANNA SARACENO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. FLAMINI Luigi Maria, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'annullamento della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO

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