Il destinatario di un ordine di demolizione di opere edilizie abusive, in qualità di soggetto legittimato all'impugnazione di tale provvedimento, può validamente proporre ricorso giurisdizionale per ottenerne l'annullamento. Tuttavia, qualora il ricorrente dichiari successivamente di aver perso interesse alla decisione del ricorso, ad esempio perché il manufatto abusivo costituisce un corpo unitario con un'altra opera già oggetto di precedente ordine di demolizione, il giudice è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, in applicazione del principio fondamentale della domanda che attribuisce alla parte ricorrente la disponibilità del processo amministrativo. In tal caso, non sussistono i presupposti per l'applicazione della sanzione di cui all'art. 96, comma 3, c.p.c. per lite temeraria, in assenza di una condotta processuale caratterizzata da mala fede o colpa grave del ricorrente. Le spese di giudizio devono pertanto essere integralmente compensate tra le parti costituite.