Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dalla ricorrente contro gli atti del Comune di Jesolo e della società controinteressata relativi all'istituzione di una servitù pubblica di passaggio pedonale su un'area privata confinante con la proprietà della ricorrente, afferma che, nel processo amministrativo, la verifica della legittimità dei provvedimenti impugnati non va compiuta nell'astratto interesse generale, ma presuppone il previo e positivo accertamento della sussistenza delle condizioni dell'azione, ovvero della legittimazione e dell'interesse a ricorrere. La legittimazione al ricorso consiste nella titolarità in capo al ricorrente di una situazione differenziata e giuridicamente rilevante, che valga a differenziare la sua pretesa da quella del quisque de populo. L'interesse al ricorso consiste nell'utilità pratica che il soggetto trae dall'annullamento del provvedimento impugnato: esso deve essere personale, attuale e concreto, sussistere al momento della proposizione della domanda e permanere al momento della decisione. Nel caso di specie, la ricorrente non ha dimostrato di avere un interesse, attuale e concreto, all'annullamento degli atti impugnati, in quanto non ha provato che la decisione comunale di destinare a uso pubblico lo stradello di proprietà della controinteressata per ampliare gli accessi al mare esistenti possa arrecare un concreto e specifico nocumento alla sua proprietà e/o alla godibilità della sua vita. Pertanto, in assenza delle condizioni dell'azione, il Tribunale dichiara il ricorso inammissibile, non potendo il giudice decidere sul merito della domanda.