Consiglio di Stato sentenza n. 1627 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:1627SENT

Massima

Generata da Simpliciter
Il provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura ai sensi degli artt. 89-bis e 91 del D.lgs. n. 159/2011 (c.d. "Codice Antimafia") nei confronti di un'impresa, pur incidendo negativamente sulla sua attività economica, è legittimo e proporzionato qualora risulti adeguatamente motivato sulla base di elementi oggettivi e concreti che facciano emergere collegamenti, diretti o indiretti, tra l'impresa e la criminalità organizzata, ovvero l'esistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa. In tali ipotesi, il provvedimento prefettizio è finalizzato a tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica, nonché la libera concorrenza nel mercato, prevenendo il rischio di condizionamenti e pressioni da parte della criminalità organizzata. Pertanto, il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità di siffatti provvedimenti, deve verificare la sussistenza di una motivazione adeguata e proporzionata, senza poter sostituire la propria valutazione discrezionale a quella dell'Autorità amministrativa competente. Ciò in quanto il potere di emettere provvedimenti interdittivi antimafia rientra nella sfera di discrezionalità tecnica della Prefettura, la quale è tenuta a valutare, sulla base di elementi fattuali e indizi gravi, precisi e concordanti, l'effettiva sussistenza di collegamenti tra l'impresa e la criminalità organizzata, ovvero il rischio di infiltrazioni mafiose. Tali valutazioni, se adeguatamente motivate, non possono essere sindacate dal giudice amministrativo, il quale può solamente verificare l'assenza di vizi logici, di difetti istruttori o di travisamento dei fatti. Inoltre, la rinuncia al ricorso da parte dell'impresa interessata, pur determinando l'estinzione del giudizio, non incide sulla legittimità del provvedimento interdittivo, il quale rimane efficace e produce i propri effetti.

Sentenza completa

Pubblicato il 19/02/2024

N. 01627/2024REG.PROV.COLL.

N. 04075/2023 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4075 del 2023, proposto da
-OMISSIS- e -OMISSIS-, nelle qualità, rispettivamente, di -OMISSIS- e -OMISSIS- della -OMISSIS-, rappresentati e difesi dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Ministero dell'Interno, in persona del Ministro
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria
ex lege
in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, sezione staccata di Reggio Calabria -OMISSIS-, resa tra le p…

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