Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47076 del 13 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:47076PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la vittima a compiere un atto di disposizione patrimoniale in suo danno e a proprio vantaggio, anche in forma indiretta o implicita, in violazione della libera determinazione negoziale della persona offesa. La minaccia, oltre a dover essere palese ed esplicita, può manifestarsi in modo implicito ed indiretto, essendo sufficiente che sia idonea a incutere timore e a coartare la volontà del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e all'ambiente in cui opera. L'imposizione con violenza o minaccia di un contraente o di un fornitore integra il delitto di estorsione, in quanto l'ingiusto profitto con altrui danno patrimoniale consiste nel fatto stesso che il contraente-vittima sia costretto al rapporto in violazione della propria autonomia e libertà negoziale. Il giudizio sulla rilevanza e attendibilità delle fonti di prova è devoluto insindacabilmente ai giudici di merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità, salvo il controllo sulla congruità e logicità della motivazione. Il vizio di "travisamento della prova" è ravvisabile solo quando il giudice di merito abbia fondato il proprio convincimento su una prova che non esiste o su un risultato di prova obiettivamente ed incontestabilmente diverso da quello reale, non essendo consentito dedurre il vizio del "travisamento del fatto", stante la preclusione per il giudice di legittimità a sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta nei precedenti gradi di merito. Ai fini della configurabilità del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è necessario che l'agente abbia agito nella ragionevole convinzione (non meramente astratta o ingiusta) della legittimità della pretesa creditoria, essendo invece esclusa tale configurabilità quando l'ingiustizia della pretesa e l'assenza di un credito legittimamente vantato integrino gli estremi dell'ingiustizia del profitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. CERSOSIMO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2021 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. CUOMO LUIGI, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
udito per (OMISSIS) il difensore Avvocato (OMISSIS), anche in sostituzione dell'avvocato (OMISSIS), il qu…

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