Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il rinnovo automatico delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, previsto dall'art. 1, comma 2, della legge n. 494/1993, è in contrasto con i principi di libertà di stabilimento e di tutela della concorrenza effettiva sanciti dagli artt. 49 e ss. del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, in quanto determina una disparità di trattamento tra gli operatori economici, favorendo i concessionari uscenti a scapito dei nuovi aspiranti. Pertanto, tale norma nazionale deve essere disapplicata dal giudice nazionale, in quanto incompatibile con il diritto dell'Unione Europea, a prescindere dall'esito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea. L'amministrazione è tenuta ad adottare procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime, senza accordare alcun diritto di insistenza o rinnovo automatico ai precedenti concessionari. L'abuso del titolo concessorio, come il mancato pagamento dei canoni, costituisce altresì un valido motivo per negare il rinnovo della concessione, in quanto indice dell'inidoneità del concessionario a garantire un corretto e proficuo utilizzo del bene demaniale.