Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29510 del 13 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:29510PEN

Massima

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La determinazione della pena, anche in relazione agli aumenti e alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita in aderenza ai principi enunciati negli articoli 132 e 133 del codice penale. Pertanto, la censura che, nel giudizio di cassazione, miri a una nuova valutazione della congruità della pena è inammissibile, a meno che la pena non sia di gran lunga superiore alla misura media di quella edittale, richiedendo in tal caso una specifica e dettagliata motivazione in ordine alla quantità di pena irrogata. Diversamente, possono essere sufficienti a dare conto dell'impiego dei criteri di cui all'articolo 133 c.p. le espressioni del tipo "pena congrua", "pena equa" o "congruo aumento", come pure il richiamo alla gravità del reato o alla capacità a delinquere dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso la sentenza della Corte di appello di Roma, seconda sezione penale, n. 12314/2016, in data 14/09/2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)) che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
sentita la di…

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