Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43306 del 12 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43306PEN

Massima

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La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 non richiede l'appartenenza dell'agente ad un sodalizio mafioso, essendo sufficiente che l'attività criminosa sia stata posta in essere con modalità di tipo mafioso, caratterizzate dall'ostentazione di un carisma delinquenziale, dalla prospettazione di una protezione da furti e danneggiamenti, e dalla determinazione preventiva dell'entità della somma da versare, commisurata all'importo dei lavori in corso. Tali elementi, sinergicamente valutati dal giudice di merito, possono integrare la fattispecie aggravata, senza che sia necessario accertare l'effettiva appartenenza dell'agente ad un'associazione di tipo mafioso, essendo sufficiente che il suo comportamento abbia assunto le connotazioni tipiche della metodologia mafiosa, idonea a suscitare nella vittima il timore di ritorsioni e la percezione di trovarsi di fronte a un soggetto dotato di un foltissimo carisma delinquenziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fa. Or. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 8 giugno 2009 del Tribunale del riesame di Catania, che ha confermato l'ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa il 20 maggio 2009 dal G.I.P. del Tribunale di Catania;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LANZA Luigi;

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procur…

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