Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25208 del 16 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25208PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, attraverso l'annuncio di un male ingiusto, limita la libertà psichica della vittima, inducendola a temere il verificarsi di tale male, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione. Ai fini della sussistenza del reato, è irrilevante l'indeterminatezza del male minacciato, purché questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. La valutazione della idoneità della condotta a incidere sulla libertà morale del soggetto passivo deve essere effettuata in base ad un giudizio di prognosi postuma, senza che assuma rilievo l'effettiva percezione di intimidazione da parte della vittima. La pena applicabile per il reato di minaccia è la multa fino a euro 51, salvo successive modifiche normative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 9 ottobre 2014 della Corte di appello di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MAZZEI Antonella Patrizia;

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. FODARONI Maria Giuseppina, la quale ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;

rilevato che il dife…

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