Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10749 del 14 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:10749PEN

Massima

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Il dolo specifico del reato di furto aggravato può essere integrato non solo dal fine di profitto in senso stretto, ma anche da finalità di natura non patrimoniale, come il proposito di ritorsione nei confronti della persona offesa. Tuttavia, ai fini della corretta qualificazione giuridica del fatto, è necessario che il giudice accerti in modo logico e coerente se il bene sottratto rientri o meno nell'ambito della pretesa vantata dall'agente, in quanto solo in tale ipotesi può configurarsi il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, che si caratterizza per la sostituzione dello strumento di tutela pubblico con quello privato. Pertanto, ove risulti contraddittoria la motivazione in ordine alla ricostruzione del fatto, la sentenza deve essere annullata e il processo rinviato per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto dal difensore di:
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/10/2014 della Corte d'appello di Cagliari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte d'appel…

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