Il reato di associazione per delinquere è configurabile anche quando il programma criminoso sia indeterminato e i reati-fine siano omogenei, purché vi sia una stabile struttura delinquenziale, caratterizzata da un vincolo associativo che trascende la mera commissione dei singoli reati e da un'affectio che affonda le radici in rapporti parentali o di affinità tra i sodali. Il ruolo di organizzatore spetta a colui che, in autonomia, cura il coordinamento e l'impiego delle strutture e delle risorse associative nonché reperisce i mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso, ponendo in essere un'attività che assume i caratteri dell'essenzialità e dell'infungibilità. La responsabilità concorsuale per i reati-fine può essere desunta dalla condivisa pianificazione del reato, dalla presenza degli imputati in prossimità del luogo di consumazione del fatto e dall'accertato utilizzo dei mezzi strumentali all'esecuzione dell'illecito, anche quando i rapporti tra i concorrenti siano caratterizzati da vincoli familiari o di affinità, i quali, anzi, rendono il vincolo associativo ancora più pericoloso. Il giudizio di comparazione tra le circostanze aggravanti e attenuanti, con particolare riferimento alla recidiva, è insuscettibile di rivisitazione, atteso il vincolo posto dall'art. 69, comma 4, c.p., mentre la dosimetria della pena, se congruamente motivata sulla base dei parametri di cui all'art. 133 c.p., è incensurabile in sede di legittimità.