Consiglio di Stato sentenza n. 5817 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:5817SENT

Massima

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La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: Il regime edilizio applicabile a un determinato intervento, e in particolare la necessità di ottenere il permesso di costruire anziché presentare una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), non dipende dal nomen iuris attribuito dall'interessato all'atto con cui comunica l'intervento all'amministrazione, bensì dalla natura oggettiva e intrinseca dell'intervento stesso. Pertanto, un intervento che comporta un incremento di superficie o volumetria utile, e che è quindi soggetto al regime del permesso di costruire, non può essere legittimamente assoggettato al regime della SCIA semplicemente presentando quest'ultima. L'amministrazione è tenuta a valutare la conformità dell'intervento alla normativa urbanistica ed edilizia, a prescindere dalla qualificazione formale data dal privato all'atto di comunicazione. Il termine di diciotto mesi (successivamente ridotto a dodici) per l'esercizio del potere di annullamento d'ufficio, introdotto dalla legge n. 124 del 2015, non ha efficacia retroattiva e si applica solo ai provvedimenti adottati dopo l'entrata in vigore della nuova disciplina, senza poter essere esteso ai procedimenti avviati in precedenza. Inoltre, la SCIA e la DIA hanno natura di atti privati e non di provvedimenti amministrativi, sicché il silenzio serbato dall'amministrazione non si configura come provvedimento tacito di accoglimento, bensì come provvedimento tacito di rigetto, impugnabile nel termine decadenziale di legge.

Sentenza completa

Pubblicato il 13/06/2023

N. 05817/2023REG.PROV.COLL.

N. 10079/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 10079 del 2018, proposto da
Livia D'Altorio, rappresentata e difesa dall'avvocato Fausto Corti, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Angelo Maleddu in Roma, via del Tempio 1

contro

Comune dell'Aquila, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato Domenico De Nardis, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo (Sezione Prima) n. 156/2018

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