Il provvedimento autorizzativo comunale rilasciato ai sensi dell'art. 7 della legge n. 1497/1939 deve essere congruamente motivato, con l'indicazione della ricostruzione dell'iter logico seguito e delle ragioni di compatibilità effettive che, in riferimento agli specifici valori paesistici dei luoghi, possano consentire i lavori progettati, considerati nella loro globalità, senza che essi siano lesivi o menomativi di tali valori paesistici protetti da vincoli posti a tutela degli interessi pubblici. L'annullamento ministeriale di tale autorizzazione comunale, in quanto espressivo di una funzione di vigilanza sulla gestione del vincolo, si concretizza in un sindacato esteso a tutti i possibili vizi di legittimità, tra cui il difetto di motivazione, che abilita autonomamente all'annullamento dell'atto autorizzatorio, imputandosi in tale ipotesi all'ente che l'ha rilasciato la violazione del principio di leale collaborazione. Il controllo di legittimità esercitato dall'Amministrazione centrale non si risolve in un indebito sindacato di merito, ma si limita a verificare la sussistenza dei vizi denunciati, senza sostituire la propria valutazione a quella dell'ente locale.