Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5890 del 9 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:5890PEN

Massima

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Il delitto di detenzione per la vendita di prodotti recanti marchio contraffatto, di cui all'art. 474 c.p., tutela in via principale e diretta la fede pubblica, intesa come affidamento dei cittadini nei marchi e segni distintivi che individuano le opere dell'ingegno e i prodotti industriali, a prescindere dalla configurabilità della contraffazione come "grossolana" e dalla possibilità che gli acquirenti siano tratti in inganno. Pertanto, la sussistenza del reato non è esclusa dalla circostanza che la falsificazione sia palese e che il prezzo del prodotto non sia tale da ingenerare nell'acquirente l'erronea convinzione della genuinità del bene. Inoltre, le modalità dell'acquisto, come il pagamento con regolare fattura e assegni bancari, non escludono la consapevolezza dell'imputato circa la contraffazione del marchio, elemento soggettivo richiesto per la configurazione del delitto. Infine, il reato di ricettazione si prescrive nel termine di dieci anni dalla data di commissione, senza che sia necessario computare anche le attenuanti ad effetto speciale ai fini del calcolo della prescrizione, trattandosi di una scelta discrezionale del legislatore che non integra un'irragionevole disparità di trattamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. BORSELLINO ((omissis)) - Relatore

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
Sul ricorso proposto da
Sa.Ma. nata a B il (Omissis).
avverso la sentenza resa il 4 novembre 2022 dalla CORTE di APPELLO di Lecce
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ((omissis)) BORSELLINO;
sentite le conclusioni del ((omissis)) che ha chiesto l'inammissibilità del ricorso e dell'avv. ((omissis)) in sostituzione dell'avv. Gi.Li. che insiste nei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Lecce, parzialmente riformando la sentenza resa il 17 ottobre …

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