Il provvedimento amministrativo di revoca di un contributo pubblico erogato in modo illegittimo è legittimo e doveroso, anche in assenza di preventiva comunicazione dell'avvio del procedimento, in quanto l'interesse pubblico al ripristino della legalità e alla corretta gestione delle risorse pubbliche prevale sull'eventuale affidamento ingenerato nel beneficiario. L'amministrazione può legittimamente revocare il contributo quando accerti, all'esito di una istruttoria approfondita e di valutazioni tecniche adeguatamente motivate, l'incongruità tra il prezzo di listino dichiarato, i costi di produzione e commercializzazione, il valore di mercato del bene oggetto del contributo, nonché l'inidoneità tecnica del bene a conseguire gli obiettivi di sicurezza e qualità ambientale prefissati. In tali ipotesi, la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento non determina l'illegittimità del provvedimento di revoca, ferma restando la possibilità per l'interessato di contestare eventuali errori di conteggio e la sussistenza dell'indebito, nonché di chiedere la restituzione di quanto trattenuto o richiesto nel termine di prescrizione. Inoltre, il giudice amministrativo non può sostituire le proprie valutazioni a quelle tecnico-discrezionali riservate all'amministrazione, salvo i casi di giurisdizione di merito espressamente previsti dalla legge.