Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32688 del 1 agosto 2003

ECLI:IT:CASS:2003:32688PEN

Massima

Massima ufficiale
L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. intende punire la maggiore intensità della condotta delittuosa posta in essere dall'imputato, il quale pur di pervenire alla consumazione del reato-fine non arretra nemmeno di fronte all'eventualità di commettere anche un altro reato, così dimostrando una maggiore capacità criminosa. Ne consegue che proprio tale maggiore pericolosità rende indifferente che il reato-fine sia stato solo tentato o consumato, ovvero che allo stesso debba applicarsi una causa di non punibilità o di estinzione o di improcedibilità, in quanto ciò che rileva ai fini dell'applicabilità dell'aggravante è il rapporto che lega la commissione dei due reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE QUINTA SEZIONE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.: FOSCARINI BRUNO - PRESIDENTE PROVIDENTI FRANCESCO - CONSIGLIERE SICA GIUSEPPE - CONSIGLIERE PANZANI LUCIANO - CONSIGLIERE FUMO MAURIZIO - CONSIGLIERE ha pronunciato la seguente SENTENZA / ORDINANZA sul ricorso proposto da: 1) MUNAR CARDENAS ANGEL OSVALDO N. IL 28/11/1981 avverso SENTENZA del 11/12/2001 CORTE APPELLO di ROMA visti gli atti, la sentenza ed il procedimento udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere SICA GIUSEPPE RITENUTO IN FATTO Il tribunale di Roma, in data 17.11.2000, a seguito di giudizio abbreviato, riteneva MUNAR CARDENAS ANGEL OSVALDO, responsabile del reato di lesioni personali volontarie (capo B), in danno di Agnoli Emiliano e lo condannava alla pena di mesi tre di reclusione, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche giu…

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