La declaratoria di incandidabilità di un amministratore locale, ai sensi dell'art. 143, comma 11, del Testo Unico degli Enti Locali, non è automatica a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, ma richiede una valutazione autonoma e distinta della sua posizione, volta ad accertare l'esistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti che dimostrino un suo diretto o indiretto collegamento con la criminalità organizzata, tale da aver determinato una situazione di cattiva gestione della cosa pubblica, aperta alle ingerenze esterne e asservita alle pressioni inquinanti delle associazioni criminali operanti sul territorio. Pertanto, la mera partecipazione dell'amministratore a una cena elettorale, alla quale hanno preso parte anche esponenti delle forze dell'ordine, in assenza di ulteriori elementi probatori che ne dimostrino il coinvolgimento in rapporti con soggetti sospettati di collegamenti con organizzazioni criminali, non è sufficiente a giustificare la declaratoria di incandidabilità, essendo necessario che gli elementi acquisiti rendano tangibile la prospettiva di illecite ingerenze nell'attività deliberativa e gestionale dell'ente pubblico.