Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39898 del 23 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:39898PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto già condannato per reato associativo in ulteriori condotte criminose volte a rafforzare l'associazione mafiosa di cui ha fatto parte, anche attraverso il ruolo di "picchiatore" e l'incarico di corrispondere stipendi agli associati detenuti, integra gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, giustificando l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in applicazione della presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., salvo che non emergano circostanze univoche e concrete, desumibili ex actis, dalle quali escludere la presunzione di pericolosità sociale. Le dichiarazioni di appartenenti all'associazione criminosa, anche se "de relato", possono costituire elemento indiziario rilevante ai fini dell'applicazione della misura cautelare, purché se ne sia verificata l'intrinseca attendibilità nel contesto globale degli elementi probatori disponibili. La valutazione della gravità indiziaria, nel procedimento de libertate, deve essere orientata all'acquisizione di un elevato grado di probabilità di colpevolezza, senza necessità di raggiungere la certezza, essendo sufficiente che il giudice abbia adeguatamente motivato in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. OLIVA Bruno - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso promosso da:

1) FA. DO. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 06/03/2008 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. GALASSO Aurelio, per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv.to RENNI Angelo.

RITENUTO IN FATTO

Che il ricorrente impugna l'ordinanza in epigrafe indicata con la quale e' stato confermato il prov…

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