Cassazione penale Sez. I sentenza n. 47078 del 16 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:47078PEN

Massima

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La presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari, prevista dall'art. 275 comma 3 c.p.p. per il reato di associazione mafiosa di cui all'art. 416-bis c.p., non può essere superata dalla mera allegazione di un decorso temporale dalla commissione dei reati fine, in assenza di elementi concreti che dimostrino l'effettiva cessazione del vincolo associativo e del pericolo di reiterazione della condotta. Ai fini della valutazione della persistenza del pericolo di recidiva, rilevano non solo i reati fine contestati, ma anche eventuali condotte successive riconducibili all'attività del medesimo o di altri sodalizi criminali, in quanto espressione della perdurante pericolosità sociale del soggetto. La verifica della attualità delle esigenze cautelari non dipende pertanto dall'identità del gruppo criminale di riferimento, ma dalle concrete modalità e circostanze del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, desumibile dalle sue condotte pregresse e successive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/02/2018 del Tribunale liberta' di Catanzaro;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. BINENTI Roberto;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PERELLI Simone, che ha chiesto di dichiarate il ricorso inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catanzaro, con il provvedimento indicato in epigrafe, rigettava la richiesta di riesame, avverso l'ordinanza con…

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