Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21889 del 1 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21889PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La motivazione dell'ordinanza di custodia cautelare deve essere adeguata e logica nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per ciascun episodio contestato, confrontandosi puntualmente con le deduzioni difensive e non omettendo l'esame di elementi probatori rilevanti, a pena di vizio di mancanza, apparenza o illogicità della motivazione. Inoltre, la motivazione sulle esigenze cautelari e sull'inidoneità di misure diverse dalla custodia carceraria deve essere congrua e non meramente assertiva, tenendo conto di tutti i fattori rilevanti, come l'epoca dei fatti, il ruolo ricoperto dall'indagato e la concreta possibilità di reiterazione del reato anche in costanza di misure meno afflittive. Il giudice del riesame è tenuto a verificare attentamente la sussistenza di tali requisiti, senza limitarsi a una mera conferma dell'ordinanza cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. DO. N. IL (OMESSO);

2) CA. CL. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 167/2011 TRIB. LIBERTA' di VENEZIA, del 18/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. D'ANGELO Giovanni per l'inammissibilita' per rinuncia.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Con ordinanza in data 18.2-1.3.2011 il Tribunale per il…

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