Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10298 del 17 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:10298PEN

Massima

Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede che la condotta sia idonea a cagionare effetti intimidatori nel soggetto passivo, anche se il turbamento psichico non si verifichi concretamente. Tuttavia, laddove le espressioni utilizzate, per la loro genericità e mancanza di una chiara prospettazione di un male ingiusto, non risultino idonee ad incutere timore nella persona offesa, il reato non può ritenersi integrato. Il mero tenore della frase pronunciata, calato nel contesto in cui si inserisce, deve essere valutato al fine di accertare l'effettiva attitudine della condotta a determinare un effetto intimidatorio nel destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/01/2019 del GIUDICE DI PACE di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RENATA SESSA;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. MIGNOLO OLGA, ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
il difensore, con nota scritta, ha concluso per l'annullamento della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO

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